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Pubblicazione della “Caritas in veritate”

Il Papa firma la Caritas in VeritateCarissimi,

martedì 7 luglio 2009, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si è tenuta la Conferenza Stampa di presentazione dell’Enciclica di Benedetto XVI “Caritas in veritate“.

Sono intervenuti il Card. Renato Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il Card. Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”; Mons. Giampaolo Crepaldi, Arcivescovo di Trieste, finora Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il Prof. Stefano Zamagni, Professore ordinario di Economia Politica all’Università di Bologna, Consultore del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

Il testo integrale dell’Enciclica è disponibile sul sito della Santa Sede cliccando qui.

Un documento così atteso e corposo deve essere letto e meditato con attenzione, prima di essere pienamente compreso.
Per ora, ci limitiamo a riassumere brevemente quanto è stato detto in Conferenza Stampa.

Il Cardinale Martino ricorda che l’enciclica si inserisce nella tradizione delle encicliche sociali: la dottrina sociale della Chiesa ha una dimensione che permane immutata, ma che si incontra con i problemi sempre nuovi che l’umanità deve affrontare. Sono passati quasi 20 anni dalla Centesimus Annus di Giovanni Paolo II: cosa è cambiato? Sono crollate le ideologie del XX secolo ma si è affermata una nuova ideologia, quella della tecnica, che si nutre con la cultura del relativismo. C’è la sfida della globalizzazione, che fa da sfondo a tutto il documento, poiché essa alimenta svariati elementi della convivenza civile. La religione è tornata alla ribalta, ma ad essa si contrappone un laicismo militante. E Benedetto XVI riparte da un pensiero già espresso da Paolo VI nella Populorum Progressio: “Il mondo soffre per mancanza di pensiero”. Leggi qui il testo dell’intervento del Cardinale Martino.

L’intervento del Card. Cordes è un utile ripasso dei principi di dottrina sociale. Inoltre, ci svela l’approccio fortemente antropocentrico di questo Papa: “La questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica” (n. 75) E il cardinale commenta: “La questione antropologica implica che si deve rispondere ad una domanda centrale: quale uomo vogliamo promuovere? Possiamo considerare vero sviluppo uno sviluppo che chiude l’uomo in un orizzonte intraterreno, fatto solo di benessere materiale, e che prescinde dalla questione dei valori, dei significati, dell’infinito cui l’uomo è chiamato? Può una civiltà sopravvivere senza riferimenti fondanti, senza sguardo all’eternità, negando all’uomo una risposta ai suoi interrogativi più profondi?“. Leggi qui il testo dell’intervento del Card. Cordes.

Altri aspetti originali del documento sono evidenziati nell’intervento di Mons. Crepaldi: ad esempio, il fatto che il diritto alla vita e quello alla libertà religiosa trovino per la prima volta una esplicita e corposa collocazione in una enciclica sociale; la Caritas in veritate mette in evidenza le ricadute negative anche di ordine economico e politico sullo sviluppo se questi diritti fondamentali non venissero rispettati. Sono anch’essi aspetti della cosiddetta “questione antropologica“. E il Pontefice invita ad impostare programmi di sviluppo non solo di tipo economico-produttivo ma che tengano conto anche della dignità della donna, della procreazione, della famiglia e dei diritti del concepito. Leggi qui il testo dell’intervento di Mons. Crepaldi.

Conclude la Conferenza Stampa il prof. Zamagni, secondo il quale sono numerosi e di grande attualità “gli stimoli per la riflessione e le indicazioni per l’azione che promanano dalla Caritas in veritate“. Leggi qui il testo dell’intervento del prof. Zamagni.

Come afferma Mons. Crepaldi: “Le risorse da utilizzare per lo sviluppo non sono solo economiche, ma immateriali e culturali, di mentalità e di volontà. Si richiede una nuova prospettiva sull’uomo. L’attenzione è ancora una volta indirizzata all’uomo concreto, oggetto di verità e di amore ed esso stesso capace di verità e di amore“.

Cordiali saluti,
Segreteria Fondazione Enzo Peserico

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