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Beato Piergiorgio Frassati

Terziario domenicano (Torino, 6 aprile 1901 - 4 luglio 1925)

Beato Piergiorgio Frassati

Nasce nel 1901 a Torino in una famiglia della ricca borghesia: suo padre è Alfredo Frassati noto giornalista e la mamma è Adelaide Ametis affermata pittrice. Passa una giovinezza serena e tranquilla; la famiglia è stata arricchita dalla nascita, nel 1902, della sorella Luciana. I due fratelli cresceranno assieme e saranno sempre strettamente uniti. Dopo l’infanzia vengono istruiti privatamente e successivamente avviati alle scuole statali, ma Pier Giorgio in questi primi studi non mostra molta attenzione; nel 1909 subisce una bocciatura. Successivamente viene iscritto al “Massimo d’Azeglio”, ma, a causa del perdurare di una non brillante carriera scolastica, la famiglia lo affida al salesiano don Cojazzi (che in seguito scriverà una entusiasmante biografia di Pier Giorgio) che oltre ad insegnargli la letteratura lo accosterà alla spiritualità cristiana.

In quel periodo l’ltalia vive momenti sociali ed economici importanti e in particolare Torino inizia un accentuato sviluppo imprenditoriale e l’economia passa da uno status tipicamente rurale a uno sempre più industrializzato. La politica governativa trova nel giornale “La Stampa”, diretto dal padre di Pier Giorgio, un forte ed equilibrato sostegno. Pier Giorgio in questo contesto viene a conoscenza delle difficoltà in cui si dibattono gli operai costretti a subire incertezze economiche e anche il tracollo delle aziende. Entra in contatto con la povertà: durante il liceo comincia a frequentare le Opere di san Vincenzo a cui dedica molto del suo tempo libero.

E’ un giovane molto vivace, legato agli amici con cui ama spesso affrontare impegnative escursioni in montagna. Date le disponibilità economiche della famiglia, si reca d’estate ad Alassio o a Forte dei Marmi. Nel 1917-18 frequenta il liceo presso i gesuiti: il latino continua a creargli qualche pensiero. Però scopre che, attraverso l’applicazione continuativa e volenterosa, i buoni risultati possono essere anche alla sua portata.

Si iscrive a diverse congregazioni e associazioni cattoliche, si accosta con frequenza alla comunione, anzi aderisce alla “Crociata Eucaristica” e frequenta la Congregazione Mariana che lo inizia al culto della Madonna. Le sue letture spirituali preferite sono pagine di san Paolo e di sant’Agostino.
Quando l’Italia affronta ancora la guerra, il giovane Pier Giorgio vive con dispiacere e amarezza le tristi vicende. A una cameriera di casa, che già aveva perso un fratello al fronte, un giorno chiede: “Natalina, non darebbe lei la vita per far cessare la guerra?”. Alla risposta negativa della giovane donna, con forza replica: “Io sì che la darei, anche oggi stesso”.

Conscio che il dovere cristiano impone soprattutto preparazione attiva per i compiti di servizio alla società civile, scriverà in occasione della marcia su Roma del 1922 “In questo momento grave attraversato dalla nostra patria, noi cattolici e specialmente noi studenti abbiamo un grande dovere da compiere: la formazione di noi stessi: noi, che per grazia di Dio siamo cattolici, non dobbiamo sciupare i migliori anni della nostra vita, come purtroppo fa tanta infelice gioventù, che si preoccupa di godere di quei beni, che non arrecano bene, ma che portano per frutto l’immoralità della nostra società moderna. Noi dobbiamo temprarci per essere pronti a sostenere le lotte che dovremo certamente combattere”.

Dopo la maturità si iscrive al politecnico di Torino e superando i contrasti in famiglia sceglie come indirizzo Ingegneria industriale. Fin dai primi momenti ha in mente il settore minerario per poter dedicarsi, una volta conseguita la laurea, a un lavoro vicino agli operai delle miniere. Pier Giorgio deve sudare sui libri universitari anche perché è sempre molto impegnato nelle attività caritative e associative. Dai suoi scritti traspare come egli senta lo studio come dovere e come utile preparazione all’attività professionale.

Durante la vita universitaria, nel 1923, incontra Laura Idalgo: amicizia che, data la diversità della classe sociale della famiglia di lei, non è molto ben accettata in casa Frassati. Pier Giorgio comincia a soffrire le sue prime pene d’amore.
Rimane però attivo e sereno. Fonda con i suoi amici più cari una “società” allegra che viene denominata “Tipi loschi”: sono giovani attenti ad aiutarsi nella vita interiore e nell’affrontare l’assistenza dei poveri e degli emarginati. Quando la sorella Luciana gli regala 1000 lire (una cifra notevole per l’epoca) assegna questa somma parte alla Conferenza di San Vincenzo e parte a un circolo culturale. Matura sempre più l’idea che la professionalità deve costituire un mezzo per essere a disposizione e al servizio del prossimo, bisognoso di aiuto discreto e concreto. Nel 1925 la sorella si sposa.

Tra i genitori iniziano forti contrasti; proprio in vicinanza della laurea, per stare vicino al padre che stava maturando l’idea di staccarsi dalla moglie, accetta la collaborazione a “La Stampa”. Nel 1925, anno che accoglierà le ultime attività terrene, manifesta sempre serenità e impegno; ma nei suoi scritti e nelle sue conversazioni comincia a insinuarsi il pensiero della morte. A causa di una poliomelite fulminante muore il 4 luglio.

Chi era Pier Giorgio Frassati? Amico di tutti, espresse, nella sua pur breve vita, in tutte le sue azioni una fiducia illimitata e completa in Dio e nella Provvidenza. Affrontò le situazioni difficili con impegno, ma con serenità e letizia. Dedicava il tempo libero prevalentemente alle opere assistenziali a favore di poveri e diseredati. Viveva una vita normale ma proiettata verso l’impegno di servizio alla società e con disponibilità ai disegni di Dio. Nei ricordi degli amici viene accentuata la sua grande tranquillità d’animo e fiducia nei disegni della Provvidenza. A Pier Giorgio piaceva molto recarsi in montagna e così meglio avvicinarsi alla natura. Famosa è rimasta una sua foto che lo rappresenta impegnato in una escursione e sopra la quale per un amico aveva aggiunto la dedica “Verso l’alto”: motto che riassume l’ispirazione della sua concezione di vita umana e spirituale.
E’ stato beatificato il 20 maggio 1990.

Autore: Giuseppe Gottardo, da ‘Santi verso il Giubileo’ - Ediz. Messaggero Padova
Tratto da:
www.santiebeati.it

Per chi volesse saperne di più ecco una breve bibliografia aggiuntiva:
Antonio Sicari, Nuovi ritratti di Santi, Jaca Book, Milano 1991, pp. 177-190
Primo Soldi, Verso l’assoluto. Pier Giorgio Frassati, Jaca Book, Milano 1991

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